END FGM continua i suoi lavori per l’abbandono delle mutilazioni dei genitali. | Aidos

Dall’ 11 al 13 ottobre presso la Casa Internazionale delle donne di Roma si è svolta la riunione annuale di coordinamento della Rete END FGM coordinata da Amnesty International Irlanda e costituita da 14 organizzazioni di 13 paesi europei, di cui AIDOS è partner italiano.
END FGM ha promosso una petizione europea, in Italia coordinata da AIDOS con il titolo Petali di rosa per l’abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili (25 novembre 2010 – 6 febbraio 2011) a sostegno della sua proposta per una Strategia per le Istituzioni dell’Unione Europea al fine di promuovere una risposta omogenea a livello europeo e rispettosa dei diritti umani per sostenere il cammino verso l’abbandono della pratica.

Il 12 ottobre è stato organizzato un aperitivo per:

– incontrare il team di Amnesty International Irlanda che coordina la campagna a Bruxelles – Christine Loudes, Prerna Humpal e Elise Petitpas – che ha fatto il punto sui risultati ottenuti finora a livello europeo da END FGM e sul cammino che ancora resta da fare

– ascoltare le testimonianze di Ifrah Ahmed, giovane rifugiata di origine somala che in Irlanda ha scelto strade originali, organizzando anche una sfilata di moda, per discutere dell’abbandono della pratica all’interno della sua comunità, Leyla Hussein, che in Inghilterra mobilita le seconde generazioni intorno al tema dell’abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili, e Abdi-Noor Mohamed, regista, scrittore e poeta di origine somala rifugiato in Svezia che è riuscito a risparmiare l’infibulazione alle sue figlie: sono alcune delle Strong Voices, individui che hanno scelto di sostenere la campagna END FGM

– conoscere le rappresentanti delle organizzazioni partner della campagna presenti a Roma – FGM-Hilfe (Austria), GAMS (Groupe pour l’abolition des mutilations sexuelles Belgio), MIGS (Mediterranean Institute for Gender Studies, Cipro), Lebendige Kommunication mit Frauen in Ihren Kulturen (Comunicazione viva con le donne nelle loro culture, Germania), Maisha (Germania), MONA (Fondazione per le donne ungheresi, Ungheria), AkiDwA (Akina Dada wa Africa, Irlanda), FSAN (Federazione delle associazioni somale, Olanda), Moteru Informacijos Centras (Centro d’informazione sulle questioni femminili, Lituania), AFP (Associaçao para o Planeamento da familia, Portogallo), Female Integrity  (Svezia), FORWARD (Foundation for Women’s Health, Research and Development, Regno Unito), Amnesty International France (Francia) – e magari avviare contatti in vista di collaborazioni future a livello europeo.

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