MGF: occore un maggiore impegno | Aidos

Un piano d’azione comune per contrastare la pratica in Europa.

Il 27 febbraio scorso, durante un Seminario organizzato da Amnesty International presso il Parlamento europeo, a cui hanno preso parte i partner della Campagna Europea END FGM, è stato lanciato un nuovo appello per richiamare l’attenzione sulla pratica delle mutilazioni dei genitali femminili, che ogni anno nel mondo coinvolge ben 180 mila donne.

“L’Unione europea deve fare di più per lottare contro le mutilazioni genitali femminili, adottando un chiaro piano d’azione con le necessarie risorse”,  viene sottolineato nell’appello lanciato a Bruxelles.

L’Europa deve cercare di armonizzare le normativa e le politiche per l’abbandono della pratica, favorendo la prevenzione, la protezione delle bambine e la cura delle donne mutilate, tenendo conto dei diritti fondamentali degli  immigrati/e: diritto alla cittadinanza, all’istruzione, al lavoro, alla salute, alla casa”.

Nella stessa giornata è stato organizzato un Evento pubblico presso il Bozar, il Centro delle Arti di Bruxelles, dove  sono state esposte quattro creazioni artistiche realizzate con i petali di rosa simbolo della Campagna firmati da più di 40.000 persone in Europa tra i quali nomi importanti dell’imprenditoria, della cultura, dello spettacolo, della politica, per chiedere alle istituzioni europee un impegno decisivo per far cessare questa pratica basata sulle relazioni di genere, che costituisce una violazione dei diritti umani delle donne ed ha conseguenze gravi sulla salute fisica e psichica delle donne. Tra queste un’opera di design realizzata appositamente dalla stilista italiana Ilaria Venturini Fendi.

Sul tema è intervenuto lo scorso giugno il Parlamento europeo, che ha approvato una risoluzione che chiede l’abolizione della pratica a livello mondiale.
L’appello è stato ripreso dalla Commissione dell’Unione Europea, che il 6 febbraio in una dichiarazione sottoscritta da numerosi commissari, ha rinnovato il suo impegno a ”sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale” e ”a sradicare questa pratica che viola i diritti delle donne e la loro integrità fisica e mentale.