Dichiarazione EPF su possibile revoca diritto all’aborto della Corte Suprema degli Stati Uniti | Aidos

Traduciamo e riportiamo la Dichiarazione EPF  – European Parliamentary Forum for Sexual & Reproductive Rights sul pericolo di revoca del diritto all’aborto.

Pochi giorni dopo il discorso del Presidente Biden alla cena dei Corrispondenti alla Casa Bianca, nel quale ha elogiato la democrazia liberale e condannato l’autoritarismo, gli Stati Uniti stessi rischiano di andare nella direzione di quell’autoritarismo dal quale il Presidente dice di dover difendere le democrazie dell’Occidente. Questo, nel caso la Corte Suprema decidesse di seguire il memorandum del giurista Justice Alito e di rovesciare il caso Roe vs Wade, che sta alla base del diritto all’aborto legale negli Stati Uniti. Dato che più di 20 Stati Americani, non appena sarà legale, renderanno esecutive restrizioni se non divieti assoluti per quanto riguarda l’aborto, una decisione del genere potrebbe segnare l’inizio di una nuova era buia per le donne americane. Alito sostiene che la Corte Suprema, garantendo l’aborto, stia mettendo in pericolo la vita delle donne e delle ragazze negli Stati Uniti e stia facendo un affronto alla loro dignità. Nonostante il suo pensiero non rispecchi la posizione diffusa delle persone nel paese rispetto al diritto all’aborto, questa non è comunque nata dal nulla, ma da una strategia a cui la destra Cristiana e conservatrice sta lavorando da anni. Il rovesciamento di Roe vs Wade infatti sarebbe il culmine di anni di lavoro di organizzazioni anti-diritti umani finanziati da donatori Cristani dell’estrema destra che hanno il fine di indebolire il diritto all’aborto e, più in generale, il sistema legale e giuridico degli Stati Uniti. La stessa esatta strategia, solo ad uno stadio più precoce, si sta verificando anche in Europa. Queste organizzazioni infatti, finanziate allo scopo di indebolire i diritti umani e che lavorano posizionando persone ideologicamente strutturate in posizioni chiave, hanno anche delle sedi in Europa. EPF e IPPF hanno rilasciato un report nel 2021, dove si mostra quanto il nostro diritto all’aborto in Europa sia ancora fragile. In 16 nazioni e territori infatti, l’aborto è ancora considerato un crimine, e dunque principalmente regolato dal codice penale; mentre 19 nazioni, comprese alcune conosciute per prese di posizione progressiste, rendono l’aborto ancora troppo inaccessibile. Dal momento in cui vietare l’aborto non significa ridurre il numero di aborti, perché le donne che hanno bisogno di abortire trovano comunque un modo per farlo, vietare l’aborto significa obbligare molte a fare affidamento a metodi pericolosi, mettendo così a rischio la propria salute e la propria vita. Oltre a trovare modi per essere solidali con le donne e le ragazze degli Stati Uniti, è necessario proteggere le leggi che garantiscono l’aborto dando loro la salvaguardia legale dei diritti umani affinché quello che rischia di succedere negli Stati Uniti, non accada anche in Europa. Il Parlamento Europeo, a giugno 2021, ha lanciato un appello agli Stati Membri e alle Istituzioni Europee per spingerle a fare una serie di passi concreti per salvaguardare il nostro diritto umano alla sessualità e alla riproduzione, ma quasi un anno dopo, non ci sono ancora state azioni concrete. Dunque, per assicurare che l’aborto sia considerato un diritto umano, come dovrebbe essere, supportiamo in pieno il suggerimento della presidenza francese del Consiglio dell’UE di includere l’aborto nella carta dei diritti umani fondamentali.

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