Finanziamenti per la salute materna, anello vaginale per prevenire l’Hiv e aborto senza rischi:
tre temi importanti affrontati a pochi giorni dal Vertice G8.
Washington, mercoledì 9 giugno. Si è conclusa la conferenza Women Deliver, la più grande Conferenza organizzata da più di dieci anni sulla salute e l’empowerment delle donne. L’obiettivo è promuovere un aumento dei fondi a sostegno della salute materna, riproduttiva e neonatale pari a 12 miliardi di dollari all’anno. A Women Deliver 2010 oltre 3.000 rappresentanti provenienti da circa 140 paesi si sono riuniti per sottolineare l’urgente bisogno di salvare la vita delle oltre 350.000 donne che muoiono ogni anno per cause legate alla gravidanza o al parto.
AIDOS, che ha partecipato alla conferenza, pone l’attenzione su tre degli argomenti discussi:
Melinda Gates annuncia l’impegno della Bill & Melinda Gates Foundation a donare un miliardo e mezzo di dollari nei prossimi 5 anni per sostenere la pianificazione familiare, la salute materna e infantile e la nutrizione nei paesi in via di sviluppo. Una quota significativa della donazione sarà destinata all’Etiopia (60 milioni di dollari) e all’India (94 milioni di dollari), poi agli altri paesi con un alto tasso di mortalità materna e infantile. Consentire l’accesso ai sistemi di pianificazione familiare potrebbe ridurre la mortalità materna del 30% e quella neonatale del 20%, ma ancora oggi più di 200 milioni di donne non hanno la possibilità di utilizzare i moderni metodi di contraccezione.“Come donna – dice Melinda Gates – non posso immaginare che mi siano negati gli strumenti per la pianificazione familiare. Decidere se e quando avere dei figli è un mio diritto fondamentale”. Contraria all’idea che un alto numero di decessi sia inevitabile nei paesi in via di sviluppo, denuncia che “Il mondo ha gli strumenti per salvare la vita delle oltre 350.000 donne e 3 milioni di neonati che muoiono ogni anno per il mancato accesso a cure adeguate, ma evidentemente non si è ancora impegnato abbastanza per evitarlo”. Richiama quindi l’attenzione sulla necessità di adottare con urgenza azioni globali a partire già dal Vertice G8 in Canada che si terrà il 25 e 26 giugno e che vuole fare della salute materna e infantile la priorità dei Grandi della Terra.
Anello vaginale: per le donne la prevenzione dall’Hiv potrebbe arrivare da questo strumento già utilizzato per la contraccezione. Ogni giorno circa 3.000 donne nel mondo contraggono il virus dell’Hiv; in Africa il virus rappresenta la causa principale dei decessi delle donne tra i 15 e i 49 anni. Per contrastare questo devastante problema l’IPM – International Partnership for Microbicides ha ideato un anello vaginale di silicone, ancora in fase di sperimentazione, che rilasciando 25 mg del microbicida vaginale dapivirine in 28 giorni potrebbe proteggere le donne dal contagio del virus durante i rapporti sessuali. L’IPM intende sperimentare l’anello vaginale su 280 volontarie in Africa tra i 18 e i 40 anni, sieronegative e sessualmente attive: per tre mesi testeranno l’anello che sarà sostituito mensilmente. Oltre all’efficacia contro il virus, gli studiosi misureranno anche l’accettabilità dello strumento e la capacità delle donne di procedere ad un utilizzo corretto effettuando la sostituzione mensile in autonomia. Alcuni test sono già stati effettuati in Europa e se la sperimentazione in Africa otterrà i risultati sperati entro il prossimo anno, l’anello vaginale potrebbe essere in commercio già nel 2015.
Aborto senza rischi: un tema cruciale per la mortalità materna al quale si dedicano sempre poche risorse. Gli aborti a rischio sono la causa del 13% della mortalità materna nel mondo. Ogni anno 19 milioni di donne rischiano la vita e più di 8 milioni hanno bisogno di cure per complicazioni derivanti da un aborto a rischio. Per 5 milioni di loro non ci sarà nessuna cura. Eppure l’aborto viene spesso trascurato dai principali paesi donatori così come dai governi locali. Perciò, mentre per la salute materna e infantile vengono adottate nuove politiche di intervento, milioni di donne e ragazze continuano a morire. L’urgenza di incrementare la possibilità di accesso ai servizi che consentono un aborto sicuro, dove la legge lo permette, è stato l’argomento sostenuto dalla Safe Abortion Action Fund, il fondo dell’International Planned Parenthood Federationche dal 2007 supporta iniziative locali per accrescere l’accesso all’aborto sicuro. Elizabeth Maguire – copresidente di Safe Abortion Action Fund – denuncia: “Non ci sono scuse per non discutere dell’aborto sicuro quando è evidente che questa pratica può salvare la vita delle donne. Nel momento in cui sarà garantito l’accesso alla contraccezione e ai servizi e cure legati all’aborto sicuro otterremo un grande risultato in termini di salute e benessere delle donne.”