C’è Rhobi Samwelly, che, dopo aver subito mutilazioni genitali femminili (MGF) a 13 anni, ha deciso di trasformare rabbia e dolore in attivismo per sensibilizzare le ragazze in Tanzania a ribellarsi alla pratica. C’è Donna Pollard, che con Sara Tasneem si batte per riforme legislative che innalzino l’età minima del matrimonio a 18 anni nei singoli stati americani.
Sono solo alcune delle giovani e giovanissime che nel mondo lottano per i diritti di bambine e ragazze, contro le MGF e i matrimoni precoci, tra le pratiche più dannose per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere.
Alcune delle loro storie sono state raccolte da Unfpa nel Rapporto sullo stato della popolazione nel mondo 2020 ‘Contro la mia volontà. Affrontare le pratiche dannose per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere’ che, a 25 anni dalla Conferenza delle donne di Pechino, fa il punto sul diritto alla salute sessuale e riproduttiva femminile.
Il Rapporto, presentato in contemporanea mondiale, in Italia sarà lanciato da Aidos con l’Agenzia di stampa nazionale Dire nel corso di una conferenza stampa trasmessa in diretta Facebook martedì 30 giugno alle ore 15 sulle pagine di Aidos e Dire.
Interverranno in videoconferenza:
Emanuela Del Re, viceministra agli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale; Mariarosa Cutillo, chief of strategic partnership di Unfpa;
Maria Grazia Panunzi, presidente di Aidos; Patrizia Farina, docente di demografia dell’università di Milano Bicocca, che fornirà gli ultimi dati sulle MGF in Italia.
La conferenza web sarà coordinata dalla giornalista vicecaposervizio dell’Agenzia Dire e responsabile di DireDonne, Silvia Mari.
“Mettere fine alle pratiche abusive entro il 2030 in ogni paese e comunità – obiettivo di Unfpa, nonché uno dei target chiave degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile – richiederà rapidi cambiamenti di quelle mentalità che tuttora giustificano la violenza contro donne e bambine – dice Natalia Kanem, sottosegretaria generale e direttora esecutiva di Unfpa – È indispensabile una trasformazione che riguardi i sistemi economici, scolastici, legali e di tutela della salute che si intersecano con tali norme e che continuano a riflettere e perpetuare discriminazioni di genere”.
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