Lo sviluppo? I diritti umani? Una questione di cultura… o meglio di cultural fluency.
Ogni giorno 1.600 donne e più di 10.000 neonati perdono la vita per cause legate alla gravidanza e al parto. Dei 960 milioni di analfabeti, i due terzi sono donne, ragazze, bambine. Il 61 per cento delle persone che vivono con l’Hiv nell’Africa sub-sahariana sono donne. I tre quinti del miliardo di persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno sono donne. 1 donna su 5 nel mondo ha subito una qualche forma di violenza, violenze che aumentano quando scoppia un conflitto armato o quando per migrare si finisce nella rete della tratta di esseri umani. Perché? Perché troppo poco si è fatto per promuovere in maniera efficace l’uguaglianza di genere e i diritti umani. Da questa insolita e onesta autocritica si è mosso il Rapporto 2008 con cui l’UNFPA – Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione – propone agli attori impegnati nella cooperazione allo sviluppo di includere un’altra componente nei propri programmi: la cultura. O meglio, la cultural fluency. Un concetto nuovo, che sfida la globalizzazione, il “pensiero unico”, i preconcetti culturali, ma anche le contrapposizioni Nord-Sud, Islam-Cristianesimo, migranti-residenti.
Autore: UNFPA – Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione
Edizione italiana a cura di AIDOS
Anno di pubblicazione: 2008