Si è chiuso oggi a Nairobi il primo Forum sociale mondiale sul continente africano, cui hanno partecipato oltre 60.000 persone
L’esempio cui si è guardato è stato Mumbai: cortei intorno allo stadio di Kasarani, dove si è svolta la maggior parte delle attività, musica, danze. Come nella tradizione africana, i dibattiti non sono mai stati solo dibattiti, c’era sempre uno slogan, un canto, un passo di danza, una poesia, a volte addirittura una performance teatrale che coinvolgeva gruppi interi.
Intorno allo stadio, erano allestiti gli stand delle varie organizzazioni, con una presenza molto marcata delle Chiese e delle organizzazioni cristiane in generale, soprattutto per quel che riguarda la tematica della prevenzione dell’Aids, uno dei punti caldi del Forum.
Una caratteristica di immediato impatto visivo, che è soprattutto spia di contenuti, è che questo non è stato tanto il Forum “delle donne”, ma piuttosto quello del genere: partecipazione, uguaglianza, diritti, salute, rifiuto della violenza sono state discusse sempre in gruppi misti, né sono mancati i gruppi organizzati in cui donne e uomini indossavano la stessa t-shirt- slogan, “le donne non sono una proprietà, hanno invece diritto alla proprietà della terra”.
Nonostante questo, o forse proprio per questo, è stata deludente la conclusione, il 24 gennaio, dell’assemblea delle donne che, al di là delle dichiarazioni generiche, non ha saputo trovare parole d’ordine e linee di azione specifiche e concrete per i prossimi due anni. Hanno fatto meglio le assemblee sulle migrazioni o sul commercio equo.