La punta dell’iceberg | Aidos

E’ centrato sulla mortalità materna il messaggio della direttrice dell’UNFPA per la giornata mondiale della salute

Ogni minuto nel mondo c’è una donna che muore per cause legate alla gravidanza o al parto, quasi sempre evitabili e prevenibili con l’assistenza adeguata. La mortalità materna è in particolare la principale causa di morte per le ragazze tra i 15 e i 19 anni nei paesi del Sud del mondo. Ogni anno sono più di mezzo milione le vite di giovani donne che si perdono così, il che significa circa un milione di orfani.
Lo ricorda Thoraya Ahmed Obaid, direttrice esecutiva del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), nella sua dichiarazione per la Giornata mondiale della salute, il 7 aprile, sottolineando come questa sia la punta dell’iceberg: per ogni donna che muore, infatti, ce ne sono da 20 a 30 che rimangano debilitate per la vita. Non c’è che una strada per mettere fine a questa assurda tragedia: aumentare le risorse destinate alla salute riproduttiva, per garantire ad ogni donna l’accesso alla pianificazione familiare, all’assistenza al parto, alle cure ostetriche di emergenza e alla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale, Aids e non solo, dando fra l’altro attuazione al quinto Obiettivo di sviluppo del millennio. Nessuna donna, ha concluso la Obaid, deve più morire dando la vita.