Primo impegno dell’organizzazione umanitaria su un tema che continua a dividere i suoi associati
Nel corso della loro Conferenza nazionale annuale, a Edimburgo, i circa 400 membri britannici di Amnesty International hanno espresso con un voto la decisione di impegnarsi per la depenalizzazione dell’aborto, l’accesso a servizi di qualità per il trattamento delle complicanze e la legalizzazione, gratuità e accessibilità dell’interruzione volontaria di gravidanza in caso di stupro, incesto e rischio per la vita della donna.
Il tema dell’aborto fa parte da alcuni anni del dibattito interno ad Amnesty sui diritti riproduttivi, soprattutto in relazione all’impegno dell’organizzazione in regioni come il Darfur, la Repubblica democratica del Congo o la Nigeria, dove si è resa più evidente la gravità dei problemi che derivano dal mancato controllo delle donne sul proprio corpo. Resta comunque la neutralità dell’organizzazione, che continua a considerare l’aborto “una questione di scelta individuale”. Catholics for a Free Choice ha salutato con favore questo nuovo impegno, che aveva sollecitato con un appello nei giorni precedenti alla Conferenza.