Importante accordo tra USAID e organismi internazionali.
- La mancanza di accesso alla pianificazione familiare è una delle prime cause di aborto;
- ogni donna che abortisce ha diritto, se lo vuole, di ricevere informazione e consulenza sulla pianificazione familiare;
- bisogna offrire la varietà più ampia possibile di contraccettivi, accompagnati da semplici istruzioni scritte;
- l’impatto della consulenza sulla pianificazione familiare è maggiore se avviene prima che la donna lasci l’ospedale o la clinica;
- l’accesso universale alla pianificazione familiare post aborto dovrebbe far parte delle prassi di tutti i medici, infermiere e levatrici.
Sono questi i punti più importanti della dichiarazione congiunta su cui è stato raggiunto oggi il consenso di United States Agency for International Development (USAID), International Federation of Gynecology and Obstetrics (FIGO), International Confederation of Midwives (ICM), International Council of Nurses (ICN). L’impatto positivo su tutte le donne del mondo che scelgono, o sono costrette a scegliere, l’interruzione volontaria della gravidanza potrebbe essere molto significativo. “Sarà un elemento importante – ha detto, Scott Radloff, direttore di USAID’s Office of Population/Reproductive Health– dei nostri interventi, perché è evidente che la pianificazione familiare non solo riduce il ricorso all’aborto, ma migliora la salute di donne e bambini”.
L’aborto insicuro è responsabile del 13 per cento del mezzo milione di donne che ogni anno muore per cause legate alla gravidanza o al parto.