Una brochure per il contrasto e la decostruzione degli stereotipi di genere
In questi giorni più che mai abbiamo visto quale peso abbiano le parole quando parliamo di violenza di genere. I femminicidi, la violenza domestica e gli stupri, sono i fenomeni più evidenti e che hanno portato in tutta Italia centinaia di migliaia di persone a manifestare il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza di genere.
Sono tante le voci che si sono levate per chiedere che le cose vengano chiamate con il loro nome: violenza sistemica e non emergenza, patriarcato e cultura dello stupro e non bravi ragazzi, femminicidio e non raptus. Così come tante persone hanno chiesto che venisse ascoltata Elena Cecchettin, una donna che con le sue parole e con un dolore manifestato con rabbia ha rotto lo stereotipo della donna remissiva e silenziosa.
Per questo, Aidos lancia oggi una brochure per il contrasto e la decostruzione degli stereotipi di genere, per tenere alta, ogni giorno, l’attenzione sulle discriminazioni e le disuguaglianze nella nostra società, a partire da come queste vengono raccontate.
Negli ultimi anni questi temi hanno trovato sempre più spazio sui giornali, alla radio e in tv. Parlarne e farlo nella maniera giusta è necessario per immaginare e costruire una società in cui non avvengano più discriminazioni, violenze di genere, o non ci sia più il gender paygap. Il linguaggio descrive infatti la realtà ma contribuisce anche a fondarla, esprime il nostro modo di pensare e allo stesso tempo lo condiziona. I mezzi di comunicazione possono contribuire a rafforzare gli stereotipi di genere, ma possono anche svolgere un ruolo importante nella loro decostruzione ed essere un veicolo di cambiamento.
Questa brochure è solo un primo passo. Contiene degli esempi su cosa dire e cosa evitare per comunicare oltre gli stereotipi, fornisce delle brevi checklist che possono aiutare il lavoro giornalistico e tenta di sfatare alcuni dei miti più comuni per quanto riguarda la violenza di genere, l’aborto e la salute riproduttiva, i diritti delle persone LGBTQIA+ e gli stereotipi di genere nella sfera pubblica. Vuole essere uno strumento agile per tutte le persone attive nel campo della comunicazione che vogliono promuovere l’uguaglianza di genere e sanno quanto i linguaggi e le rappresentazioni siano importanti per sostenere il cambiamento. Ma può anche essere spunto per altri ambiti di lavoro e intervento.
Perché i diritti, l’uguaglianza di genere e la libertà dalla violenza riguardano tutte e tutti.