Come è finita “One of us” | Aidos

Respinta l’iniziativa cittadina europea denominata “One of us”. 

Il 28 maggio 2014, la Commissione Europea ha respinto la European Citizens’ Initiative denominata ‘One of Us’. Come gruppo “Salute globale e diritti delle donne”, abbiamo sentito la necessità di opporci a questa iniziativa che, se portata avanti, lederebbe i diritti umani delle donne. Abbiamo quindi deciso di inviare una lettera al Vicepresidente della Comunità Europea, Antonio Tajani, e per conoscenza anche alla delegazione italiana al Parlamento Europeo.
Inoltre è stata fatta un’interrogazione parlamentare per chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla Ministra della Salute e alla Ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, quale fosse l’orientamento del Governo italiano in proposito.

La decisione presa dalla Commissione Europea è stata accompagnata dalle note di due Commissari:

Máire Geoghegan-Quinn, Commissaria per la Ricerca, l’Innovazione e la Scienza, ha confermato che gli Stati membri e il Parlamento Europeo concordano sull’importanza di finanziare la ricerca sulle cellule staminali, essendo queste le uniche che permettono di individuare cure salva vita attraverso esperimenti clinici. Ha ribadito inoltre che la Commissione continuerà ad applicare le rigorose norme etiche e le restrizioni già in vigore per la ricerca finanziata dalla UE.

Sul versante Sviluppo, il Commissario europeo Andris Piebalgs, riferendosi ai promotori di One of Us, ha affermato che, sebbene sia auspicabile la partecipazione dei cittadini allo sviluppo delle politiche comunitarie, sono ancora troppe le morti causate da gravidanze e da complicanze correlate al parto. Per far fronte a queste morti, la comunità internazionale ha incluso tra gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, quello specifico di ridurre la mortalità materna e raggiungere l’accesso universale alla salute riproduttiva. Il lavoro dell’Unione Europea, dei suoi Stati membri e di altri donatori internazionali in questo senso è così intenso da far dichiarare la salute una priorità. Il Commissario Pielbalgs ha anche ricordato che i programmi di cooperazione internazionale della UE mirano ad ampliare l’accesso ad efficaci servizi di pianificazione familiare, per prevenire la necessità di ricorrere all’aborto.