Ritratti in bianco e nero, volti di giovani donne, a volte dall’identità sessuale incerta e vulnerabile come l’Africa in cui vivono: Adjara, Sarina, Linda, Celine, Juliette, Therese, Marietta, Alfonsine, Blessed, Charlene, Zanaba, Mariam, Ibauldo Celine, Kabare.
Hanno fra i 16 e 19 anni, vivono nella provincia di Kadiogo, fuori Ouagadougou, in un centro di accoglienza per donne e ragazze che hanno subito violenza o fuggono da matrimoni combinati. E poi, ancora uomini nella sala di aspetto di dispensari sanitari e madri con neonati urlanti, anziane considerate streghe e bimbi abusati da professori bianchi occidentali, bambini che scavano in miniere d’oro abusive e altri che giocano a biliardino o sulla terra arsa, nonostante tutto.
La Repubblica del Burkina Faso nelle immagini scattate da Francesco Cocco nel febbraio del 2017 più che la “terra degli uomini integri” ci appare come la “terra delle donne sospese”, fra povertà e riscatto, paura e desiderio di cambiare, tradizioni come macigni e nuovi diritti tutti da conquistare.
Fra i paesi più poveri al mondo, con il 63,8% della popolazione che vive in condizioni di miseria e il 44,5% al di sotto della soglia di povertà assoluta, in Burkina vivono circa 110mila persone con Hiv/Aids e il numero di coloro che ricevono la terapia antiretrovirale è aumentato notevolmente negli ultimi dieci anni: da 3.000 censiti nel 2004 a 46.623 nel 2015. Sono ancora molti i pazienti che non vi accedono soprattutto nelle zone rurali ma, in generale, ci sono stati alcuni sensibili miglioramenti per quanto riguarda la mortalità infantile e materna e l’aspettativa di vita, anche grazie a una serie di riforme che il governo del paese ha messo in atto per garantire l’accesso universale ai servizi sanitari.
Un lavoro importante sostenuto in Burkina Faso da organizzazioni della società civile, come Associazione italiana donne per lo sviluppo Onlus e Medicus Mundi Italia entrambe appartenenti all’Osservatorio AiDS – Aids Diritti e Salute (poi Network Italiano Salute Globale) che ha promosso una missione conoscitiva in Burkina per sensibilizzare l’opinione pubblica non solo sulla lotta all’Aids, sostenuta anche dal Fondo Globale, e sull’accesso ai farmaci, ma anche sulla violenza maschile sulle donne e i minori e i matrimoni forzati: il racconto fotografico di Francesco Cocco restituisce con estrema delicatezza la battaglia quotidiana di donne e uomini per sopravvivere alla malattia e al dolore, insieme alla loro coraggiosa resilienza.