Il 14 giugno 2012 l’aula di Strasburgo ha approvato all’unanimità, con due sole astensioni, una Risoluzione per l’abolizione delle mutilazioni genitali femminili, dando così un segnale forte per contrastare questa violazione dei diritti fondamentali della donna.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che sono tra 100 e 140 milioni le bambine, ragazze e donne nel mondo che hanno subito una forma di mutilazione genitale e si calcola che circa 3 milioni di altre si aggiungano al totale ogni anno, con gravi conseguenze fisiche e psicologiche.
Nella Risoluzione, il Parlamento Europeo chiede agli Stati membri di adottare misure di prevenzione, di protezione e di natura legislativa, ricordando gli impegni presi dalla Commissione europea per sviluppare una strategia capace di combattere la violenza sulle donne. Tra gli impegni, anche quello finanziario a favore di progetti transnazionali di sensibilizzazione su questa tematica, per favorirne l’abbandono.
“Le mutilazioni genitali femminili costituiscono una violazione dei diritti umani ……e come tali devono essere perseguite in tutti gli Stati membri”, ha dichiarato la Vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli, presidente del Gruppo di Alto livello sull’uguaglianza di genere e firmataria della Risoluzione. “Occorre però che ci siano legislazioni adeguate nei singoli Stati membri non solo per prevenire, ma anche per punire severamente chi pratica e chi incita le MGF. L’Italia ha una legislazione all’avanguardia, ma è ancora uno dei pochi in Europa”, ha concluso Angelilli.
La Risoluzione è stata accolta con viva soddisfazione dalla Campagna europea END FGM, condotta in Italia da AIDOS in collaborazione con Amnesty International Italia.
La Campagna, guidata da Amnesty International Irlanda in collaborazione con 14 Ong in 13 paesi dell’Unione europea, ha come obiettivo principale di assicurare che l’Unione Europea metta in atto una strategia coerente per prevenire le mutilazioni dei genitali femminili delle donne e delle ragazze in Europa