L’Italia vanta una lunga tradizione nel campo della cooperazione sanitaria. L’approccio è centrato sulla lotta contro le malattie infettive, sul controllo delle malattie croniche non trasmissibili, sul rafforzamento dei sistemi sanitari e la formazione del personale sanitario.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la nostra Costituzione indicano la salute come un diritto fondamentale. Malgrado questa convergenza, e nonostante il miglioramento delle condizioni di vita, il progresso scientifico della biomedicina e lo sviluppo tecnologico, nel mondo permangono intollerabili disuguaglianze per l’accesso alla salute e ai servizi sanitari, le diverse aspettative di vita e la mortalità per malattie, sia trasmissibili che non trasmissibili, molte delle quali prevenibili e curabili. Erroneamente si ritiene che tutto ciò riguardi i paesi a risorse limitate, mentre esistono disuguaglianze di accesso alle cure anche nei paesi più ricchi, soprattutto in questo momento storico, caratterizzato da complesse questioni geopolitiche, in un difficile contesto economico-finanziario con processi migratori di enorme portata.
(dall’introduzione di Stefano Vella – Centro Nazionale Salute Globale, Istituto Superiore di Sanità)
(dall’introduzione di Stefano Vella – Centro Nazionale Salute Globale, Istituto Superiore di Sanità)
Come funziona la cooperazione sanitaria italiana?