Bombardato il Centro delle Nazioni Unite adiacente al nostro consultorio a el Burej
Fino al 30 dicembre siamo state in contatto giornaliero con il personale dei Centri per la salute delle donne. Poi non siamo più riuscite a parlare con nessuno, né per telefono, né per cellulare e tanto meno per e-mail. Le linee non funzionano. Ieri neppure a Gerusalemme e a Ramallah si trovava anima viva, neppure alla Delegazione dell’Unione Europea, per le celebrazioni del Natale ortodosso.
AIDOS è una delle tre Ong italiane che hanno ancora dei progetti nella Striscia di Gaza: due Centri per la salute della donna, uno a Jabalia gestito dalla Red Crescent Society e uno nel Campo profughi di El Burej, gestito dal CFTA. Quando l’esercito israeliano ha iniziato a bombardare, i Centri sono stati chiusi perché sarebbe stato troppo pericoloso per le operatrici muoversi per la Striscia. Fino al 30 dicembre il nostro personale non aveva avuto perdite tra i familiari (tragedia che invece era avvenuta in passato), ma purtroppo alcune delle pazienti dei Centri erano state colpite, loro stesse e i loro figli, a Jabalia.
L’altro ieri abbiamo saputo che era stato bombardato anche l’ambulatorio dell’UNRWA nel campo profughi di El Burej. Siamo molto preoccupate perché il nostro Centro si trova a poche decine di metri da quello bombardato.
In tutti questi anni, in cui hanno sempre funzionato, i Centri hanno rappresentato un luogo di tranquillità, dove le donne trovavano ascolto per i loro tanti problemi, fisici e psicologici, molti dei quali causati dallo stato di guerra permanente. L’ultima missione tecnica di AIDOS è stata effettuata un anno fa, prima di Natale. Lo staff dei Centri ci aveva richiesto l’assistenza tecnica di due psicologhe per far fronte a una serie di patologie che riguardavano sia le donne che i bambini. Nel 2008 non è più stato possibile entrare a Gaza, nonostante i ripetuti tentativi.
E non sappiamo nulla neppure delle centinaia di imprese rurali gestite da donne che avevamo aiutato a creare in passato con il sostegno dell’IFAD. Forse sono state spazzate via dai carri armati.