Sono sette anni che il presidente degli Stati Uniti cancella il contributo all’UNFPA
Per il settimo anno consecutivo l’amministrazione USA, con una coerenza degna di miglior causa, ha posto il veto sullo stanziamento, autorizzato dal Congresso, di 39,7 milioni di dollari in favore del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA). La reazione dei deputati è stata così sintetizzata dalla repubblicana Carolyn Maloney, di New York: “profondamente delusa, ma non sorpresa”, tacciando l’amministrazione di “retrograda” e “accecata dall’estremismo politico”. Con lo stanziamento di quest’anno, sottolinea l’agenzia on line Planetwire, ammonta a 235 milioni di dollari la somma di cui l’UNFPA ha dovuto fare a meno per i suoi programmi di salute riproduttiva in 154 paesi. La lettera in cui l’amministrazione Bush comunica la decisione all’UNFPA, firmata dal vice segretario di stato John Negroponte, adduce a motivazione il sostegno dall’UNFPA alla Cina nella sua politica di “aborto coatto e figlio unico”, accusa che l’UNFPA continua a smentire dal 2001 e basata unicamente sulla propaganda di un’organizzazione che negli Stati Uniti si batte contro la contraccezione. Bush è però sempre più solo: sono ormai 181 (dati 2007) i paesi membri dell’ONU che contribuiscono ai programmi dell’Onu e anche l’ammontare in termini assoluti dei contributi ricevuti ha raggiunto nel 2007 il suo massimo storico. Speriamo che Obama ne terrà conto.