MGF, la via norvegese | Aidos

Dal paese scandinavo risorse ancora più consistenti per un programma UNFPA/UNICEF di lotta alle mutilazioni

Una violazione brutale dei diritti umani fondamentali di donne e bambini, così ha definito le mutilazioni dei genitali femminili (MGF) Erik Solheim, ministro dello sviluppo internazionale della Norvegia, annunciando un incremento (circa tre milioni di euro) delle risorse dedicate alla lotta contro la pratica. Il nuovo fondo andrà al programma congiunto UNFPA/UNICEF a sostegno delle comunità, nel lavoro di advocacy, di rapporti coi media, con la società civile, i leader religiosi e il personale medico e paramedico. Intervenendo alla conferenza stampa, cui era presente anche Dan Toole, vicedirettore dell’UNICEF, la vicedirettrice dell’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) Purnima Mane (nella foto) ha ricordato le bambine – si calcola che siano tra i due e i tre milioni – che ogni anno vengono mutilate e ha messo in guardia contro i tentativi di nascondere la pratica, anziché combatterla, come avviene con le varie forme di “medicalizzazione”. Ha infine fatto appello agli altri paesi donatori perché si uniscano alla Norvegia.