A Perugia Oghowen Agbi vince la battaglia per salvare la sua bambina
La commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato ha accolto il ricorso di una clandestina nigeriana di 39 anni, Oghowen Agbi,contro il decreto di espulsione della questura di Perugia, per evitare alla figlia, una bimba di 7 anni, di essere sottoposta nel suo paese a mutilazioni dei genitali. La vicenda, resa nota dal quotidiano ‘La Nazione’ e dall’ANSA, era cominciata nel marzo del 2006 quando alla nigeriana, madre di tre figli (due maschi ed una femmina) e separata, che vive a Città di Castello, viene notificato il decreto di espulsione della questura di Perugia con l’ intimazione a lasciare l’Italia insieme ai figli entro cinque giorni. La donna ricorre prima al giudice di pace e poi alla Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato. I suoi legali motivano il ricorso sostenendo che ‘è’ illegittima e contraria alla legge italiana un’espulsione che consenta all’estero di sottoporre una persona ai trattamenti inumani [le MGF] cui la piccola sarebbe sicuramente sottoposta”. Nei giorni scorsi la Commissione territoriale ha stabilito che la donna ha diritto ad ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari.