Amanitare lancia l’allarme sugli scarsi progressi della lotta alla pandemia in Africa
Si sono riunite a Nairobi, dall’11 al 13 aprile, le organizzazioni che fanno parte di Amanitare (African Partnership for Sexual and Reproductive Health and Rights of Women and Girls) la rete africana per i diritti e la salute riproduttiva. Alla fine dell’incontro, è stato reso pubblico un comunicato in cui si esprime forte preoccupazione per gli scarsi progressi nella lotta all’infezione da Hiv/Aids, dovuti alla pochissima considerazione in cui sono tenute le raccomandazioni per un approccio di genere alla pandemia. Malgrado infatti le ragazze tra i 15 e i 24 anni costituiscano i tre quarti dei giovani sieropositivi di quella classe di età, ricevono pochissimo aiuto. Eppure basterebbe così poco: investendo appena 10 dollari per ogni ragazza all’inizio dell’anno scolastico, si può ridurre l’infezione del 65 per cento. Le donne, e soprattutto le giovanissime, sono tropo spesso forzate a rapporti sessuali non protetti, eppure, nonostante gli impegni presi grazie al Piano di azione della Conferenza del Cairo (ICPD), le informazioni e i servizi per la salute sessuale e riproduttiva continuano ad essere scarsamente accessibili proprio per loro. Amanitare, che è impegnata in una campagna a livello continentale, fa quindi appello ai governi perché facciano finalmente la loro parte.