Condannata una somala in Svezia per aver costretto la figlia undicenne a subire la mutilazione dei genitali femminili
E’ stata condannata a tre anni di reclusione in Svezia una donna di 42 anni, per aver costretto nel 2001 la figlia allora undicenne a subire la mutilazione dei genitali femminili durante una “vacanza” in patria. La Svezia, dove vivono 28.000 donne, ragazze e bambine che hanno legami con paesi in cui è diffusa la pratica delle mutilazioni, ha dal 1982 una legge specifica che le mette al bando e che considera un’aggravante portare la bambina in un altro paese allo scopo di eseguire la mutilazione. Questa è la seconda condanna per questo reato: la prima risale allo scorso giugno, quando una quarantunenne di origine somala è stata condannata a quattro anni e a pagare i danni alla propria figlia. La donna ha fatto ricorso in appello. Anche la madre condannata oggi dalla corte distrettuale di Mölndal dovrà pagare i danni – 60.000 euro – alla figlia, ora sedicenne, che era stata portata in patria nel 2001. Il caso è venuto alla luce solo di recente, grazie all’attenzione ricevuta a scuola dalla ragazzina.