Non solo Sirleaf, Bachelet e Royal: tutti i progressi dell’anno appena concluso
I successi più clamorosi sono stati quelli di Ellen Johnson Sirleaf (nella foto) in Liberia e di Michelle Bachelet in Cile, elette entrambe alla presidenza dei loro paesi. Anche la vittoria alle primarie di Segolène Royal in Francia ha fatto scalpore, ma tanti altri paesi hanno visto, nel 2006, avanzamenti di qualche tipo nella rappresentanza politica delle donne, nel loro empowerment e nei loro diritti.
Ne da notizia AWID, Association for Women’s Rights in Development, che ricorda come la Giamaica e la Corea del Sud abbiano visto per la prima volta una donna diventare primo ministro, rispettivamente Portia Simpson Miller e Han Myeong Sook, o vice primo ministro, come lo Swaziland con Constance Simelane. In Kuwait e negli Emirati Arabi Uniti, le donne hanno goduto per la prima volta dell’elettorato attivo e passivo, anche se solo una è stata eletta, negli Emirati.
Nuove leggi in favore delle donne hanno visto la luce in Nepal, India, Georgia, Zimbabwe, Kenya, Togo. In Pakistan è stata messa per la prima volta in questione, anche se con risultati parziali, la famosa legge “Hudood”.
Nel campo dei diritti riproduttivi, sono stati fatti progressi in Colombia, e invece passi indietro in Nicaragua per quanto riguarda l’aborto, sempre minacciato negli Stati Uniti. La salute delle donne è stata posta al centro degli obiettivi dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
I diritti delle donne hanno fatto invece significativi passi indietro nelle aree di conflitto, a cominciare dall’Iraq, dove la condizione femminile è sensibilmente peggiorata, e dal Darfur. In Afghanistan, è stata uccisa Safia Amajan.
Importanti i progressi nel sistema delle Nazioni Unite: si parla di un’agenzia ad hoc, che riunisca la Divisione per il progresso delle donne e l’UNIFEM e diverse donne sono state chiamate ad occupare posti chiave.